Patrocinata dalla Città di Tarquinia e dalla Diocesi di Civitavecchia-Tarquinia, la mostra “Creato Crocifisso. Il vivere contemporaneo crocifigge il creato” di Pietro Perrone, allestita nella suggestiva cornice dell’Auditorium di San Pancrazio, nel cuore del centro storico, inaugurata il 16 Marzo scorso, sta suscitando notevole interesse.
«Una mostra di enorme impatto emotivo», scrive la Diocesi, che ripercorre «quattro crocifissioni, quattro calvari, in cui gli elementi naturali, aria, acqua, terra e fuoco, fanno da sfondo e contesto al dolore della società contemporanea». «La mostra – si legge ancora nella nota – è una meditazione sulla Passione a pochi giorni dalla Pasqua ma anche un grido di dolore sulle conseguenze drammatiche dello sfruttamento della creazione e dell’ambiente».
Nelle 4 grandi tele esposte (aria, terra, fuoco, acqua – olio su tela, 200 x 80 cm) Perrone contestualizza le crocifissioni in ambientazioni allegoriche e movimentate a suggerire – come scrive il critico d’arte Chiara Guidoni nel Catalogo – «l’andamento stesso della figura di un Cristo sempre a capo chino, di cui non si scorge un volto, a indicare quindi un’identità aperta, che può, conseguentemente, abbracciare ogni uomo e ogni donna, ogni essere umano. La posa e l’atteggiamento suggeriscono un momento ben preciso dell’agonia: il soggetto, non più in grado di combattere, di “far fronte” alla vita e al suo bagaglio, si piega, si lascia andare vinto e vulnerabile a una furia elementare che lo muove, ormai privo di volontà e di forza, saldamente conficcato in quella terra da cui pare nascere e a cui pare voglia tornare: contiene in sé la nascita e la morte e, quindi, la vita, intervallo di significato fra i due momenti».
Altri testi in catalogo sono a cura di Alessandro Giulivi (Sindaco di Tarquinia), di Gianrico Ruzza (Vescovo di Civitavecchia-Tarquinia e Porto Santa Rufina) e delle Sorelle Clarisse del Monastero Sant’Agnese a Perugia.
La mostra rimarrà aperta sino a Sabato 30 Marzo. Orario: fino a Venerdì dalle ore 17 alle 19, Sabato dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 19.
PIETRO PERRONE
Nasce nel 1956 a Diamante (CS). Si trasferisce a Roma nel 1974 dove completa gli studi all’Accademia di Belle Arti del corso di scultura. La sua carriera è scandita da alcune importanti tappe. Nel 1985 su richiesta dell’Architetto Massimiliano Fuksas realizza una grande opera in un edificio scolastico di Agagni. Nel 1989 viene scelto come rappresentante italiano da Achille Bonito Oliva per “Internazionale Malerwochen”, una borsa di studio a Graz e successiva mostra al Museo Nazionale Joanneum, curata da Wilfried Skreiner. Nel 1994 fa scendere una gigantesca cascata di colori alla cava di marmo Menconi a Carrara. Nel 1999 vince una borsa di studio del Bundeskanzleramt Austria e soggiorna a Vienna con artisti di varie nazioni. Nel 2000/2001 viene invitato alla Mostra Immagini Interiori, organizzata dal Ministero degli Affari esteri, Direzione per la Promozione e Cooperazione Culturale, mostra itinerante a Rabat, Tunisi, il Cairo, Beirut, Asmara, Madrid, Lisbona. Nel 2006 lavori di grandi dimensioni vengono esposti all’Accademia d’Ungheria a Roma e alla Centrale Elettrica di Imst/Austria. Una grande personale nel 2007 al Museo di Palazzo Venezia, Appartamento Barbo, Roma, Opere 2001-2007. Nel 2009 una installazione in una mostra internazionale Cella al Complesso Monumentale di San Michele a Ripa, Ex Casa di Correzione a Roma. Nel 2011 personale alla Galleria Limen otto9cinque Arte Contemporanea, Roma, Ars Amandi. Nel 2016 una grande personale alle Officine Farneto a Roma e nel 2020 al Museo della Fiducia e del Dialogo per il Mediterraneo, Lampedusa, Mare Nostrum. Tra le mostre collettive nel 2016 quella del Parco archeologico dei Porti Imperiali, Fiumicino, l’arte contemporanea incontra Portus. Nel 2018 tra le Mostre Collettive quella ai Porti Imperiali di Claudio e Traiano, Fiumicino Arteporto Oltremare, al Il Frantoio di Capalbio, Tecnica mista su carta. Partecipazioni anche alla V Biennale di Viterbo, Palazzo dei Priori, Sale delle Bandiere e Aurora, Viterbo e V Biennale di Viterbo, Museo Farina, Orvieto.