✳ – Trentatré… non si tratta certo dei trentini del notissimo scherzoso scioglilingua né della parola che per le sue caratteristiche fonetiche a volte viene fatta pronunciare dal medico al malato nell’auscultazione del torace allo scopo di individuare la presenza di alcune patologie polmonari e non sono nemmeno, in questo caso, gli anni di Cristo. Nulla a che vedere con il numero dei gradi gerarchici riferibili alla massoneria di rito scozzese antico e neanche al disco in vinile a trentatré giri inciso in microsolco ormai in disuso. Tanto meno possono farsi riferimenti al Re della favola di Claudio Imprudente o ai vari significati ad esso attribuiti dalla cabala o della smorfia napoletana anche se, oggi, proprio a Napoli, il numero ha un preciso significato. Sono gli anni che la città partenopea ha atteso affinché la sua squadra di calcio potesse riconquistare lo Scudetto dai tempi di Maradona.
Ma “TRENTATRÉ” in questi giorni è anche una pubblicazione, un libro fotografico, che non vuole essere mera celebrazione ma il tentativo di una ricerca antopologica per immagini su “napoli, napoletanità, attesa e… la festa”. Archiviata, quindi, la scaramanzia e la matematica, il magico e lo scientifico, ‘o scudetto è arrivato e anche il lancio della campagna crowdfunding sulla piattaforma Produzioni dal basso (https://sostieni.link/33643) del nuovo progetto editoriale di NonSoloParole Edizioni dal titolo, appunto, “Trentatrè”. Abbiamo incontrato Raffaele Calafiore, editore ed in questo caso, anche autore del progetto:
● Raffaele, quale è il ruolo che prevale in questo caso l’editore o l’autore?
« Mah… non credo ci sia una prevalenza dell’uno sull’altro. Di certo un moltiplicarsi degli impegni ed una severità maggior nei propri confronti. Mi spiego meglio, quando nelle vesti di editore pubblico un libro, ad un certo punto scatta una complementarietà tra autore ed editore, l’uno intersecato nell’altro, ma distinti. In questo caso non c’è soluzione di continuità ».
● Nella storia della casa editrice NonSoloParole e nella tua personale di autore, c’è già stato una situazione simile di ruoli che si sono sovrapposti
« Si, hai ragione. Nel 2002 il progetto NSP era solo on line, con il portale di Letteratura e Comunicazione. Solo nel 2003 abbiamo iniziato a pubblicare su carta con l’omonima sigla NonSoloParole Edizioni. Nel 2001 avevo terminato un lavoro che fu pubblicato nel 2002 da Michele Di Salvo Editore col titolo “E poi…”. Nel 2016, se non ricordo male, la casa editrice ha fermato le sue attività e, trovando il testo decisamente attuale, ho ripreso i diritti e l’ho rieditato dopo qualche anno per i tipi di NonSoloParole Edizioni. Ecco che i ruoli editore e autore si sono sovrapposti ».
● Ma veniamo a questo nuovo progetto: TRENTATRE’, di che si tratta?
« E’ un libro fotografico che non vuol essere mera celebrazione di uno scudetto. Mi spiego meglio. Ormai anche la matematica, oltre gli scongiuri, sembri assegnare lo scudetto alla squadra del Napoli. Uno scudetto che mancava da trentatrè anni in una realtà, non facile, come quella napoletana.
Questo lavoro fotografico vuole essere il tentativo di una lettura antropologica di questa realtà. Partendo dalle foto del mio archivio dei precedenti due scudetti dell’era Maradona, mi son fatto qualche domanda. Intorno a me vedevo la città iniziare a trasformarsi nuovamente con murales, striscioni, nastri, sagome e tutto ciò che potesse rappresentare aria di festa coi colori della squadra ed i volti dei giocatori. Sebbene fossimo lontani dalla certezza matematica della classifica, le prestazioni della squadra tutta facevano sperare sempre più nel buon esito della conquista scudetto. Ed intorno a me era tutto un fibrillare di situazioni: storie di uomini e donne, voglia di riscatto, l’attesa, la voglia di nuova festa. Mi son messo al lavoro cercando di interpretare questo momento: partendo dalla memoria di una festa, ho cercato di lavorare sull’attesa per approdare nuovamente alla festa. Il tutto cercando di non perdere mai di vista Napoli e la napoletanità, evitando laddove possibile, il luogo comune ».
● Ci racconti il perché della scelta di una campagna raccolta fondi?
« Un libro fotografico di grande formato e stampato a colori comporta un investimento non da poco. Il problema delle piccole case editrici indipendenti rimane sempre quello della visibilità e dei budget risicati. Quando poi con un libro impegnativo come questo, vuoi misurarti anche con tirature più alte, per forza di cose devi cercarti dei partner. Piuttosto che cercare strade altre, ho preferito rivolgermi direttamente ai lettori, a tutti coloro che vorranno preservare l’autonomia, l’indipendenza della creazione artistica e del pensiero libero. Sostenere questo o altri progetti come questo significa partecipare a quella polifonicità del pensiero. “Trentatrè” è un libro che sebbene abbia a pretesto la vincita dello scudetto da parte della squadra calcistica del Napoli, va ben oltre quella che può essere la fede sportiva. Poi, sostenere questo progetto non è donazione fine a se stessa, in quanto per ogni sottoscrizione sono previste delle “ricompense”, in base al grado di adesione. Per chi voglia sostenere questa campagna, trova tutto sulla piattaforma di crowdfunding Produzioni dal basso https://sostieni.link/33643 Sin d’ora ringrazio quanti vorranno sostenerci e voi, per lo spazio concesso ».
● Vedo che la raccolta fondi chiude il 25 maggio. Non temi che sia un tempo troppo breve per la buona riuscita della campagna?
« Certo i tempi sono risicati. Sebbene stia lavorando a questo progetto da mesi ormai, per lanciare una campagna raccolta fondi per un libro in qualche modo legato ad eventi, ho dovuto misurarmi con la matematica delle classifiche e, diversamente, forse anche per una questione scaramantica, non si poteva fare. Certo i tempi sono brevi e per il 20 giugno, il libro deve uscire. Sono fiducioso nella pronta risposta dei lettori ».
● Un’ultima domanda: abbiamo inteso che non è una pubblicazione celebrativa sulla squadra ed i suoi successi, ma sotto sotto, possiamo parlare anche di fede calcistica?
« Ho cercato di essere distaccato in questo lavoro. Ma credo sia un dato acquisito che l’obiettivo fotografico è di per sè lo strumento meno obiettivo. Il taglio dell’inquadratura, la scelta dell’angolo di ripresa e della focale da utilizzare, di per sé rappresenta una presa di posizione, un tipo di narrazione preciso. Se poi la tua domanda presuppone una risposta più precisa, schietta e non politica, beh, forza Napoli! ».
✳ – (N.d.R – intervista realizzata prima che il Napoli avesse la matematica certezza sulla conquista dello Scudetto)
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